Città portuale, storica e funzionale in parti uguali, Monopoli fa colpo sul visitatore con le chiese e i castelli medievali a strapiombo sull’Adriatico.
Monopoli è la “città delle 99 contrade”, con uno splendido centro storico d’origine alto-medievale. Deve questo suo soprannome alla divisione in contrade dell’agro: i loro toponimi rievocano antichi casali ora scomparsi, una masseria, una chiesa.
Il centro storico è caratterizzato dalle viuzze strette intrise di storia, con i palazzi antichi e le edicole in onore della patrona, la Madonna della Madia a cui è dedicata una festa particolarmente coinvolgente che attrae molti turisti. A dare un tocco ancora più suggestivo sono le mura di cinta ancora presenti, che spiccano con i torrioni visitabili ed alcuni cannoni. Non in molti sanno che a Monopoli si trova una delle più grandi piazze d’Italia, ovvero la settecentesca Piazza Vittorio Emanuele, che gli abitanti chiamano semplicemente il Borgo. Utilizzato come luogo d’ incontro e di vita della città, occupa uno spazio di 18 mila mq ed appare come un grande rettangolo tagliato dal prolungamento del Corso, che dà origine a due rettangoli più piccoli. Una delle due piazze ospita il Monumento ai Caduti, inaugurato il 24 maggio 1928 in onore dei 300 caduti monopolitani della Prima Guerra Mondiale. Raffigura un colossale legionario con una spada sguainata in una mano e la vittoria alata nell’altra, ai cui piedi vi è una madre che benedice il figlio che va in guerra e un’altra donna che conforta una vedova e un orfano di un soldato caduto. Una curiosità riguarda la catena che gira attorno al monumento: si tratta di quella recuperata dall’ancora della corazzata “Benedetto Brin”, la nave da battaglia italiana inabissata nel 1915 nel porto di Brindisi. Dall’altro lato si trova la fontana, costruita negli anni Trenta ma riedificata nel 2011. Altra peculiarità di questa piazza è la presenza dei rifugi antiaerei, gallerie sotterranee dove trovava riparo la popolazione durante i bombardamenti inglesi nel corso della Seconda Guerra Mondiale, oggi visitabili.
Parte fondamentale dell’identità cittadina è il porto, protetto da due moli: il molo Margherita e la diga di Tramontana a gomito, non avvicinabile per la presenza di una scarpata rocciosa. E’ stato riconosciuto, insieme al Porto di Barletta, come uno dei porti più antichi e famosi della costa di levante della Puglia perché vanta una storia molto antica: vi si possono trovare testimonianze architettoniche veneziane, gotiche e bizantine. Per quel che riguarda gli edifici religiosi sono da visitare la suggestiva chiesa del Purgatorio in cui si trova l’ossario dei frati. La Cattedrale di Santa Maria della Madia si presenta con la sua monumentale facciata e il bel campanile barocco; il suo interno custodisce diverse opere tra cui la Madonna della Madia, icona bizantina perfettamente conservata esposta sull’altare. La chiesa di San Domenico, con la sua elegante facciata rinascimentale a tre piani suddivisi da colonne e pilastri, al suo interno ospita il quadro Miracolo di Soriano di Palma il Giovane. Tra le tante chiese rupestri fuori dall’abitato spicca Santa Maria Amalfitana, una chiesa romanica eretta su una grotta e rimaneggiata in varie epoche: delle tre absidi semicircolari quella di mezzo è particolarmente interessante, cinta com’è da esili semicolonne, cosi come la finestra della quale si conservano le mensole originarie di arte lombarda datata XIII secolo.
Poco fuori dal centro si trova anche il bellissimo castello abbazia di Santo Stefano, un complesso innalzato da monaci benedettini trasformato successivamente in ospedale. Sul finire del XIV secolo venne governato come feudo dai Cavalieri di Malta per poi essere privatizzato ai tempi di Gioacchino Murat. L’abbazia ha anche un fossato e la cinta, il mastio e le caditoie, mentre a nord si intravedono i resti del portale dell’antica chiesa di stile romanico. La Basilica, invece, venne fondata alla fine del XI secolo, consacrata da Urbano II nel 1089: per secoli ha rappresentato la porta tra l’Occidente cristiano e la spiritualità orientale e fu qui che papa Urbano II raccolse nel 1098 il Concilio Ecumenico. Nel corso degli anni la struttura ha subito variazioni, rifacimenti e restauri. Oggi appare con la sua pianta rettangolare, il cortile al centro con intorno i vari ambienti utilizzati un tempo come dimore dei coloni o per altri usi. Si trova su una piccola isola ed è quindi circondata da tre lati dal mare. Tra le tante attrazioni presenti a Monopoli vale la pena ammirare anche una delle tante Masserie Fortificate, edifici che caratterizzano il patrimonio rurale della città e che sono una testimonianza del rapporto intercorso tra uomini, lavoro agricolo e produzione. Ciò che contraddistingue le Masserie Fortificate è il fatto che vennero costruite a causa della conformazione geografica della Puglia come difesa dalle continue invasioni che provenivano, generalmente, dal mare. Erano il centro della vita agricola e sociale, dove si producevano, si conservavano e si preparava a commercializzare i prodotti. Oggi molte sono state ristrutturate mantenendo intatto il fascino antico ed utilizzate come strutture ricettive.
Le masserie fortificate dell’agro di Monopoli risalgono al 1600. Avevano una torre e un ponte levatoio per difendersi. Tra le più belle c’è la Masseria Caramanna che ancora oggi conserva inalterato l’antico nucleo costituito dalla grande torre quadrangolare con il ponte levatoio, il campanile, le feritoie e le caditoie. La Masseria Spina Grande spicca tra le altre per il colore rosso acceso. Questa è bellissima anche all’interno e ospita un piccolo museo contadino. La Masseria Conchia ha un doppio campanile e insieme alla scala imponente danno l’idea della ricchezza e della magnificenza degli antichi proprietari. E, infine, la Masseria Cavallerizza, sorge su una collinetta e fu costruita per ordine di Alfonso di Aragona. Qui venivano allevati i cavalli di Venezia, e proprio nei possedimenti di questa masseria sarebbe nato, da un incrocio tra cavalli locali e arabi, il morello pugliese, razza ottima per la battaglia.
La Monopoli medievale era ricca di villaggi agricoli detti “casali“, poi distrutti o abbandonati per via delle scorrerie delle truppe bizantine contendevano la zona ai Normanni. La chiesa di Sant’Angelo in Francisto, parte di un monastero benedettino femminile attivo fino alla fine del XIV secolo, costituisce l’ultimo resto del grande e antico casale di Frangestro.
D’estate i turisti amano Monopoli anche per il suo mare e il suo litorale unico, fatto di spiagge nascoste nel verde e di scogli a picco sul mare. Uno scenario suggestivo e pieno di anfratti. Alcune spiagge vanno letteralmente scovate, ma ne vale la pena. Come Cala Corvino, una piccola insenatura a Nord di Monopoli che si fa largo in un’alta scogliera. La spiaggia, forse anche per le dimensioni, ridotte non è molto frequentata, il sentiero per raggiungerla non è tanto facilmente percorribile, ma lo scenario vi ripagherà della fatica. O come Cala Monaci, una piccola spiaggia libera la cui scogliera nasconde alcune grotte. O ancora Cala cozze, che si è ricreata soltanto qualche anno fa. Qui l’acqua è a dir poco cristallina e il fondale basso e sabbioso. Perfetta per rimanervi immersi delle ore.
Ad una manciata di chilometri da Monopoli si trova un’altra attrazione da non perdere, le Grotte di Castellana, un affascinante complesso carsico di cavità sotterranee di notevole importanza speleologica e naturale. E’ uno tra i più belli e spettacolari d’Italia, ubicato a circo 1,5 chilometro dall’abitato di Castellana-Grotte, e comprende grotte che si sviluppano per una lunghezza di 3348 metri e raggiungono una profondità di 122 metri dalla superficie. La visita si snoda lungo un percorso di 3 chilometri a circa 70 metri di profondità, in uno scenario che comprende canyon, abissi, fossili, stalattiti, stalattiti e concrezioni dalle forme e dai colori più incredibili.